Mario Candido

Di buongrado ho accettato di esprimere un mio pensiero sulle opere di Anna Romanello ormai artista a livello internazionale che segue un percorso che molte volte la lega come un cordone ombelicale ai “luoghi della memoria”, dove è nata ed ha le sue radici.

Luoghi della memoria che finiscono di essere collettivi; anche nostri ai quali molte volte presi dagli affanni quotidiani ci sfuggono.

Interpreta le ultime vicende del parco archeologico di Sibari (vedi alluvione)  con grande sensibilità, forse pensando che questi luoghi carichi di storia hanno visto passeggiare Pitagora, l’ermeneuta Lampone. L’urbanista Ippodamo da Mileto che tracciò, nella spedizione voluta da Pericle, la città di thurii secondo assi ortogonali, lo storico Erodoto e tanti altri!

Ma non voglio tediarvi con notizie storiche, ma voglio fare riferimento agli ottimi interventi fotografici sui “cracle” del fango depositato o sul muro dell’anfiteatro.

Un altro “luogo della memoria” è l’oleificio dell’Insiti sembra non avere connessione con l’argomento di prima, ma invece c’è l’ha eccome!

L’oleificio, come primo impianto, fu costruito dai “Sanseverino” perché lì esistevano secolari alberi d’ulivo piantati dai monaci basiliani. Successivamente, razionalizzato dai “Compagna” ad oggi, la cappella con i due interventi grafici e la bottiglia vuota di olio sono emblematici.

I luoghi della memoria non potevano essere scelti in modo migliore, grazie Anna per le emozioni che ci hai regalato!

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